La carta di Piri Reis non è l’unica che raffigura l’Antartide nei dettagli, ci sono altri esempi come il “Mappamondo di Oronzio Fineo” del 1531, il “Grande Mappamondo” di Mercatore del 1569 che incise su 18 fogli di rame, le mappe di Orontius Finaeus del 1531 e di Philippe Buache del 1739.
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Riporto qui parte di un articolo ripreso dal sito:
http://www.esonet.org/archeologia/ritrovamento-archeologico-di-scheletri-giganti
Tutto ha avuto inizio da una normale attività esplorativa nel deserto Indiano, in un luogo chiamato “The Empty Quarter” (Il Settore Vuoto), nel Nord dell’India. In questa regione sono venuti alla luce i resti di uno scheletro umano di taglia eccezionale (vedere comparazione nell’immagine). La scoperta è stata fatta nel 2004 dal Team National Geographic (Divisione Indiana), con l’appoggio dell’Esercito Indiano, poiché l’area è sotto la giurisdizione dell’Esercito. Sembra che siano state trovate anche delle tavolette con iscrizioni che affermavano che gli dei Indiani, come il mitologico “Brahma”, avessero generato persone di taglia eccezionale: molto alti, grandi, e assai potenti, in grado di poter abbracciare un grosso tronco di albero e sradicarlo.
Secondo l’iscrizione, questi uomini giganti furono creati per portare ordine nel mondo, sempre in lotta l’un contro l’altro.
Si crede che anche uno dei figli di Bhima (un eroico guerriero figlio del dio del vento, che possedeva una grande statura), uno dei fratelli Pandava, potesse portare questi geni. In seguito, questi semidei (Asura) a cui era stato dato tutto quel potere, si rivoltarono proprio contro gli Dèi e oltre ogni limite trasgredirono la loro supremazia. Di conseguenza, essi furono distrutti dal Dio Shiva.
La squadra di esplorazione della National Geographic ritiene che questi siano i resti di uno di quegli straordinari esseri. Il Governo Indiano ha reso sicura l’intera area, e non è permesso a nessuno di entrare, se non al solo personale del National Geograpich Team.
Nota: sembra che delle indagini abbiano dimostrato che la foto che compare all’interno dell’articolo del ritrovamento del 2004 in India, venne realizzata in occasione di un concorso di Photoshop indetto da Worth1000.com.
Se anche fosse un falso “quella foto” e quindi si sollevassero dubbi su questo ritrovamento, come potremmo spiegare tutte le altre prove di resti umani giganti?
D’altra parte come risponde Daniele Piras* (scrittore e ricercatore oristanese) in
un’ intervista fattagli dalla redazione di Oopart.it alla domanda:
“Per quale scopo secondo lei la scienza o meglio il mondo accademico e così restio a riconoscere la veridicità di queste scoperte?”
“L’impatto su quanto è stato scritto finora sarebbe tale da comportare la riscrittura di molte pagine dei testi canonici, specialmente quelle riguardanti la paleoantropologia e l’evoluzione dell’uomo. Per questo motivo si preferisce ignorare certe verità o metterle a tacere.”
I Celti erano un’antico popolo di guerrieri di origine indoeuropea che vivevano nell’Europa centrale durante l’ Età del Ferro.
Fra i Celti era molto importante la casta sacerdotale dei druidi che erano considerati sapienti, maestri, medici, maghi, indovini.
Grazie ai precisi calcoli astronomici dei druidi nacque un calendario, che fu poi ritrovato nel 1897 a Coligny (Francia).
Nel calendario celtico l’anno era diviso in quattro parti: Samhain, Imbolc , Beltane e Lughnasadh (o Lammas). Questi giorni, considerati i quattro sabba maggiori, erano denominati anche “feste del fuoco” per via delle tradizioni dell’antica Europa di accendere falò in corrispondenza delle celebrazioni.I sabba minori indicavano i solstizi e gli equinozi, venivano chiamati con il termine Albans (feste di luce) e scandivano il tempo intermedio fra le grandi festività.
31 Ottobre – Samhain è un termine gaelico che indica la stagione invernale. Conosciuto anche come il giorno di Ognissanti o Halloween.
Samhain indicava il periodo della raccolta, il momento in cui si facevano provviste di cibo per la fredda stagione invernale. Materialmente era anche il periodo in cui i debiti venivano saldati, spiritualmente era un momento dedicato al riposo, alla contemplazione e alla meditazione. Durante questa festa si credeva che le porte dell’ Annwn (regno degli spiriti) e del Sidhe (regno delle fate) fossero aperte, quindi si riteneva il momento più propizio per parlare con i defunti.
Era usanza raccogliere tutti i prodotti che la terra aveva offerto entro il 31 Ottobre, ciò che rimaneva era abbandonato ai Puka (folletti malvagi).
Alla vigilia della festa, tutti i fuochi delle case venivano spenti e la gente si radunava sulle cime delle colline. Qui un grande falò era acceso dai druidi, da questo sacro fuoco, all’alba, ciascuno avrebbe preso una torcia per riaccendere il proprio focolare domestico.In America si usa travestirsi nel giorno di Halloween perchè gli antichi Celti sulle colline si mascheravano con le pelli degli animali uccisi in occasione della ricorrenza, per spaventare gli spiriti.
Sempre mascherati poi tornavano al villaggio illuminando il loro cammino con cipolle che usavano come lanterne al cui interno bruciavano le braci del sacro fuoco.
21 Dicembre – Yule (Alban Arthuan) era la festa del Solstizio d’Inverno, la notte più lunga dell’anno.
Questa festa era associata alla nascita del dio Sole, che in seguito il cristianesimo trasformò in Gesù.
L’albero di Natale ha radici pagane. Presso le famiglie pagane infatti c’era l’usanza di porre un albero in casa per far si che durante i mesi invernali gli spiriti dei boschi avessero un posto accogliente e caldo. Sui rami veniva appeso del cibo in modo che potessero mangiare. Anche delle campanelle venivano appese ai rami, il suono avrebbe fatto capire se uno spirito era presente. In cima all’albero era posta una stella a cinque punte, chiara rappresentazione del pentagramma simbolo dei cinque elementi.
Nelle case si usava tenere un ramo di agrifoglio perchè attraeva la buona sorte.
In occasione di questa festa venivano fatte ghirlande come simbolo di ruote in eterno movimento, un ciclico rinnovamento che garantiva la perpetua rinascita.
Il ceppo si accendeva alla vigilia del solstizio, in onore della grande Dea Madre, e veniva lasciato acceso per dodici ore come buon auspicio.
2 Febbraio – Imbolc, questa festa è conosciuta anche come la Candelora cristiana. Le giornate cominciano ad allungarsi e si acquistano più ore di sole. Anche se inverno, la natura manda segni che annunciano il ritorno della primavera.
Imbolc era anche chiamata “festa del latte” poiché corrispondeva al periodo in cui le pecore iniziavano a produrre latte, circa un mese prima della stagione della nascita degli agnelli.
Questa era una delle quattro feste del fuoco dove il fuoco assumeva un ruolo principale quello di Luce che tornava a primeggiare dopo un lungo buio invernale. In occasione di questa festa il popolo celtico onorava Brigit, dea della sapienza, del fuoco, della guarigione.
In Irlanda è usanza preparare le croci di Brigit con giunchi e rametti, tali croci hanno braccia uguali e sono racchiuse in un cerchio, simbolo del sole. L’anno che segue sempre a Imbolc, gli irlandesi bruciano le croci fatte nel precedente anno.
21 Marzo – Ostara (Alban Eiler) era il giorno dell’Equinozio di Primavera. Questa festività era dedicata all’inizio della parte luminosa dell’anno, contrapposta a Mabon che segnava l’inizio sua parte scura.
Era il primo giorno della primavera, la natura si risvegliava e per questa occasione i Celti celebravano la vita.
In passato le prime uova di primavera venivano dipinte e donate come buon auspicio e simbolo di fertilità. Si accendevano falò in cui veniva bruciata la bambola di frumento fatta con il raccolto dell’anno precedente e se ne utilizzavano le ceneri per fertilizzare i campi.
I popoli nordici festeggiavano la dea della fertilità Eastre. In inglese il termine “Pasqua” viene tradotto in “Easter”, parola che ha origine dal nome di questa dea. L’uovo simbolo pasquale, è sempre stato fin dall’antichità, un simbolo del principio da cui tutto ha vita.
30 aprile, 1 maggio – Beltane era la più importante ricorrenza del calendario celtico insieme a Samhain. Era La festa del fuoco in cui si accendevano i falò in onore del dio del fuoco Bel (o Belenus) che, si accoppiava con la dea Madre Terra e dopo averla fecondata, moriva e rinasceva come suo figlio. La festa veniva celebrata nella selva, fra le querce.
Durante i festeggiamenti veniva scelta una quercia, si tagliava, si portava al villaggio e si ornava di frutta e nastri. In occasione di Beltane si faceva passare il bestiame fra i falò per purificarlo dalle malattie che potevano insorgere a causa del lungo inverno trascorso al chiuso.
Questa è una ricorrenza connessa al fuoco e alla fertilità, la natura dopo il suo risveglio primaverile è nella sua piena potenza generatrice.
21 Giugno – Litha (Alban Heruin) era il giorno del Solstizio d’Estate. Questa era una festa (chiamata anche Mezza Estate) in cui veniva celebrato il dio Sole che si manifestava in tutto il suo splendore, scaldava e rendeva fertile la terra che donava i primi raccolti dell’anno.
Durante il Solstizio sembra che il sole si fermi prima di riprendere il suo regolare cammino, tanto che gli antichi svolgevano dei rituali perchè il sole ricominciasse il suo ciclo.
Secondo la tradizione durante Litha il piccolo popolo usciva dal suo nascondiglio.
Durante Litha veniva onorata la dea, che dopo l’unione con il dio avvenuta a Beltane, era incinta e avrebbe presto dato alla luce i frutti della terra.
Durante questa festa è tradizione raccogliere le erbe che assumono dalla terra la massima forza, e di conseguenza un grande potere magico.
1 agosto – Lughnasadh, chiamata anche Lammas era una festa che il popolo celtico dedicava al dio Lugh, dio del fuoco e della luce.
In questo giorno si celebravano i “matrimoni di Taillte”, cerimonie informali celebrati da sacerdoti e sacerdotesse, che duravano un anno e un giorno. Il successivo anno durante Lughnasadh le coppie decidevano se rimanere unite o se sciogliere la loro unione.
Questa è la prima delle tre feste del Raccolto (le altre due sono Mabon e Samhain) in cui si celebra la maturazione del grano che per i popoli antichi era una grande ricchezza in quanto permetteva il loro sostentamento, per questo tale festività era anche conosciuta come “Festa del Pane”.
Per propiziare il raccolto, con le spighe di grano venivano create bambole che venivano poi bruciate l’anno successivo, un’usanza riuscita a sopravvivere fino ai giorni nostri.
21 settembre – Mabon (Alban Elved) era per i Celti il dio della vegetazione e del raccolto. Segnava il giorno dell’Equinozio d’Autunno.
Nella notte di Mabon, le ore di luce e le ore di oscurità sono equivalenti (come accade anche a Ostara).
Questa era la seconda festa del raccolto, in cui Madre Terra veniva ringraziata per la sua generosità, mentre il dio Sole veniva salutato.
Il popolo celtico si preparava a fronteggiare le difficoltà legate alla stagione invernale, raccogliendo ciò che ancora offriva la terra. Mabon era considerato un momento particolare in cui il velo fra il il visibile e l’invisibile si assottigliava, per i Celti era un periodo adatto ai riti misterici, era un tempo dedicato allo spirito, all’introspezione, alla meditazione.
Era un periodo in cui la Dea Madre e la Natura si sarebbero presto addormentate, una sorta di morte che avrebbe portato a una futura rinascita per l’anno a venire.
Anticamente gli uomini credevano che la luna esercitasse la sua influenza sulle emozioni e sullo spirito dell’essere umano.
Tuttoggi secondo alcuni, la luna influirebbe sul numero delle nascite, sul taglio di capelli, sulla variazione di peso, sui periodi di semina, sulla produzione di vino e olio e su molte altre cose.
Ci sono animali strettamente collegati alla luna come il Littorina Neritoides, un mollusco che depone le sue uova durante le maree primaverili, o il Leurestes Tenuis, un pesce che le depone di notte durante il plenilunio, e le fa schiudere al novilunio.
L’influenza della luna sulla terra si manifesta tramite dei fenomeni che sono dovuti alla forza di attrazione, tali fenomeni si ripercuotono sulla massa liquida del nostro pianeta, perchè questa a differenza della massa solida è maggiormente soggetta ad alterazioni. Quando la luna è allo zenit in prossimità di una massa d’acqua della terra il livello dell’acqua si innalza al di sopra della media, dando origine alla marea.
L’alta marea si manifesta durante la luna piena e la luna nuova, la bassa marea avviene durante il primo e ultimo quarto.
Molte leggende narrano di uomini che durante la luna piena si trasformano in lupi, i cosiddetti “lupi mannari”, esseri mostruosi che dilaniano i malcapitati che si trovano sul loro cammino.
Mito a parte per la medicina è una malattia psicopatologica. Gli individui che ne sono colpiti assumono atteggiamenti tipici dei lupi. Tale malattia solitamente si manifesta durante la luna piena.
La luna nella fase di suo massimo splendore porta dei benefici a chi è affetto da una conosciuta malattia neurologica: l’epilessia. Ad affermarlo sono i ricercatori dell’Istituto di Neurologia dell’University College di Londra che hanno scoperto che le crisi epilettiche diminuiscono quando la luna è piena. Ciò avviene perchè la melatonina (l’ormone del sonno) prodotta dall’organismo viene ostacolata dalla luce. I livelli di melatonina generalmente bassi negli individui affetti da epilessia aumentano dopo le crisi. Probabilmente questo tipo di ormone svolge un ruolo protettivo contrastando questa malattia.
E sempre a proposito di luna…il 17 ottobre del 1893 nacque a Faenza Raffaele Bendandi, detto anche “l’uomo dei terremoti”.
Bendandi affermava di aver scoperto come si creavano i terremoti. La sua teoria ebbe origine da una passeggiata che fece lungo il bagnasciuga. Intuì che la crosta terrestre, come la massa liquida del pianeta, era influenzata dalla forza di attrazione della luna. La teoria che permetteva a Bendandi di prevedere terremoti era basata sul fatto che la luna e altri pianeti erano la causa dei movimenti della massa solida terrestre. Una prima previsione la fece per la Marsica. Un anno prima del terremoto che avvenne il 13 gennaio 1915, scrisse degli appunti su tale fatto.
Nel 1923 davanti a un notaio di Faenza fece mettere per iscritto una sua previsione in cui specificava che il 2 gennaio del 1924 ci sarebbe stato un terremoto nelle Marche. Il terremoto ci fu due giorni dopo. Grazie alla sua teoria riuscì anche a prevedere il terremoto che si verificò in Friuli nel 1976, cercò di avvisare le autorità prima che accadesse ma non venne creduto.
Bendandi venne trovato morto in casa il 3 novembre 1979.
Fece molte previsioni e lasciò degli scritti. Non furono divulgate tali informazioni, a parte quella che riguarderebbe un devastante terremoto che si dovrebbe verificare a Roma e zone limitrofe l’11 maggio del 2011, e un altro sisma di dimensioni molto più grandi con scosse che colpiranno tutta la terra, la data prevista sarebbe tra il 5-6 aprile del 2012.
Io vivo a Roma… sarà vera la notizia del terremoto previsto da Bendandi? certo con lui personalmente ormai non ci può parlare più nessuno ma io per prudenza..mi assenterò una settimanella :-)….
Nell’immagine a sinistra Rene Caisse a destra la sua tisana.
Una storia che potrebbe sembrare forse inverosimile ebbe inizio in Canada nella regione dell’Ontario nel 1922. Una storia incentrata su un personaggio, una capo infermiera di un’ospedale, Rene Caisse.
Fra i malati della sua corsia c’era una donna con un seno deformato, Rene le domandò cosa le fosse successo e la paziente le raccontò che venti anni prima un uomo medicina appartenente alla tribù degli indiani Objiwa, venuto a conoscenza della sua malattia,le aveva fatto bere per un lungo periodo un tè di erbe grazie al quale potè guarire.
L’indiano aveva descritto il tè “Una bevanda benedetta che purifica il corpo e lo riporta in armonia col grande spirito”.
Rene fece tesoro dell’informazione e prese nota della ricetta. Due anni dopo ebbe modo di sperimentarla su sua zia, malata terminale di cancro allo stomaco e al fegato. Dopo il trattamento con la tisana la zia guarì.Rene capì di essere di fronte ad una scoperta fantastica e in collaborazione col dott Fisher, il medico della zia che aveva assistito al processo di guarigione, cominciò ad usare la bevanda su altri malati terminali di cancro.
I successi si ripetevano.
La notizia si diffuse e moltissimi malati andarono da Renè in cerca di aiuto.
Il ministro della sanità, il dott. Kirby istituì la “Royal cancer Commission”, che doveva appurare la veridicità della discussa terapia che curava il cancro. La medicina poteva essere legalizzata solo se la sua formula veniva consegnata alla commissione, la pena per la mancata consegna era una multa per pratica abusiva della professione medica e in caso ci fosse stato ancora il rifiuto di consegnare la formula, si giungeva all’arresto. Rene non aveva mai voluto rivelare la formula a nessuno e oltretutto la commissione non aveva obbligo di riservatezza per le formule che gli venivano date.
Il parlamento Canadese approvò la legge Kirby.
Nonostante molti ex malati che erano andati a dare la loro testimonianza, la conclusione fu che la bevanda non venne riconosciuta come una cura per il cancro e visto che Rene non volle rivelare la formula, la clinica venne chiusa.
Nel 1959 (dopo dodici anni dalla chiusura della clinica) la rivista americana “True” pubblicò la storia di Rene Caisse.
Un famoso medico, il dott. Charles Brush (titolare del Brush Medical Center di Cambridge) lesse l’articolo e contattò l’infermiera per proporle di lavorare presso il suo istituto per curare i malati di cancro senza bisogno che lei rivelasse la formula. Rene accettò volentieri.
Dopo tre mesi in cui fu somministrata ai pazienti, il dott. Brush ed il suo assistente dott. Mc Clure scrissero il primo rapporto: “Tutti i pazienti sottoposti alla cura accusano una riduzione dei dolori e della massa cancerosa con un evidente incremento del peso e delle condizioni cliniche generali. Non possiamo ancora dire che sia una cura per il cancro ma possiamo tranquillamente affermare che è salutare e assolutamente atossica.”
Ma nuovi ostacoli vennero a turbare il lavoro di Rene e del dott. Brush, quest’ultimo fu invitato dalla “American Medical Association” a non usare metodi che uscissero dai binari dell’ortodossia.
Rene se ne andò a Bracebridge per evitare altre battaglie legali, mentre Brush fiducioso nelle virtù della bevanda, continuò i suoi esperimenti. La donna riforniva Brush della medicina di erbe e lui la teneva informata sui progressi e sulle scoperte dell’efficacia che la bevanda aveva su altre malattie degenerative.
Nel 1977 il periodico “Homemakers” pubblicò la storia di Rene e della sua bevanda. Fra le persone che lessero l’articolo c’era anche un chimico in pensione, David Fingard titolare di una azienda farmaceutica. Per avere la preziosa formula parlò con Rene e le promise che avrebbe aperto cinque cliniche in Canada in cui sarebbero stati accolti tutti anche i poveri. Renè accettò e gli passò la formula. Quando lei morì ai suoi funerali giunsero centinaia di persone da ogni luogo.
In seguito il dott. Brush insospettito dalla mancanza di informazioni sulla ditta di Fingard, aveva svolto delle indagini. Scoprì che l’azienda era costituita da Fingard e dal dott. Mattew Dyamond che preparava l’infuso a casa. Le forniture ai medici di base erano spesso in ritardo, insufficienti o addirittura malfatte. Secondo i documenti ufficiali la bevanda non era efficace per curare il cancro e non fu consentito di venderla come medicina. Intanto il dott. Brush nel suo ospedale continuava ad usare la tisana, grazie alla quale potè guarire di cancro all’intestino.
Nel 1984 Elaine Alexander, una giornalista radiofonica parlò col dottore che gli concesse un’intervista in cui dichiarò pubblicamente che la bevanda era una cura per il cancro e anche che “può far regredire il cancro ad un punto tale che nessuna conoscenza medica attuale è in grado di raggiungere.”
Nei due anni che seguirono Elaine mise in onda sette programmi di due ore ciascuno solo sulla bevanda. Le arrivavano moltissime richieste di aiuto, passò tre anni molto difficili non potendo distribuire la bevanda. Il programma del governo era molto lento nel concedere permessi per la distribuzione della tisana, così lento che le persone morivano prima di poterla avere.
Elaine ebbe un’idea per poter accedere alla bevanda senza continuare a combattere con le istituzioni. Si sarebbe venduta nelle erboristerie come semplice thè di erbe senza attribuirle nessun effetto di curare il cancro.
Brush appoggiò la sua idea, capirono che in questo modo la tisana sarebbe stata accessibile a tutti.
Durò sei anni la loro ricerca della ditta giusta che avrebbe esercitato un buon controllo delle erbe usate,e fosse stata responsabile di fronte alle tante richieste che sarebbero arrivate.
Nel 1992 la bevanda fu venduta in Canada e nel 1995 fece la sua prima comparsa in Europa.
Ipoglicemia
Diabete (ristabilisce le regolari funzioni del pancreas)
Emorroidi
Problemi di circolazione
E’ un sedativo naturale perciò ha effetto calmante agendo sul sistema nervoso.
E’ spesso in viaggio fra l’ Europa e il resto del mondo.
In una sua affermazione dice “Non sono un medico, sono un malato esperto. La mia conoscenza della medicina scientifica si ferma a quello che ho provato su di me e a quello che leggo su giornali non scientifici… Fra tutti i medici a cui mi sono rivolto, solamente tre si sono sentiti sicuri nel dirmi che sarei guarito: uno è indiano, uno è cinese e uno è tibetano.”
Aggiungo una cosa. Conosco un’erborista, una brava persona che ha visto guarire due suoi clienti malati di tumore con la Formula di Caisse. Nel suo negozio aveva solo una boccetta con la tisana che ho messo sopra, nell’immagine. Gli ho domandato perché avesse solo una confezione…mi ha risposto che i rappresentanti del Governo, del Ministero della Sanità, non vedono di buon occhio una cosa che può far guarire la gente….pensate ai soldi che “qualcuno” perde non avendo malati a disposizione…
Sono abbastanza amareggiata per non dire altro….
L’aromaterapia è un metodo curativo olistico in cui vengono sfruttate le proprietà degli oli essenziali per portare beneficio al corpo, alla mente e allo spirito dell’individuo. Gli oli essenziali sono essenze estratte da varie piante officinali.
Questo tipo di terapia era usata già da millenni dagli egiziani, dai cinesi e dai greci.
Il tipo di profumo emanato dall’olio, attraverso il sistema olfattivo influenza il cervello, in particolare il sistema limbico, che è la parte più antica del cervello, controlla i ricordi, gli istinti e le funzioni vitali.
Sia l’effluvio che l’uso interno di queste piante ricche di sostanze, possono aiutarci a risolvere molti problemi. Si deve tenere conto che se devono essere ingerite, devono essere presi degli accorgimenti. Ad esempio l’abete potrebbe non essere tollerato da chi ha lo stomaco delicato, il cipresso come anche la liquirizia non devono essere assunti da chi soffre di pressione alta. Si può beneficiare degli effetti degli oli essenziali anche attraverso i massaggi.
Nel momento dell’acquisto gli oli devono essere totalmente naturali non artefatti ne diluiti.
Gli oli essenziali hanno molte proprietà. Hanno potere antisettico, antitossico, cicatrizzante, antiparassitario, antireumatico e tonificante.
Limone: è un potente disintossicante e un febbrifugo. Combatte la stachezza mentale. Stimola la memoria e la concentrazione.
Lavanda: è calmante e rigenerante. Agisce sul sistema nervoso favorendo il rilassamento, in questo modo regolarizza la respirazione, che a causa di ansia o stress si fa più rapida. In questi casi si può mettere una goccia di olio esseziale su un fazzoletto e annusarlo.
La lavanda svolge anche un’azione sedativa, eupeptica, fluidificante, diuretica e antisettica.
Rosa: l’olio di questa pianta è un valido aiuto contro l’insonnia e la depressione. Inoltre è un potente lenitivo, antinfiammatorio e benefico per la pelle.
Cannella: ha funzione antibatterica, antimicotica, antinfiammatoria. Combatte stress, gengiviti e raffreddore. E’ inoltre afrodisiaco, stimolante, tonico e rinvigorente.
Pino: è utile contro i reumatismi, tosse, bronchite, sinusite, influenza, stress, infezioni urinarie.
Finocchio: è usato per meteorismo, inappetenza, digestioni lente, dolori gastrici, vomiti nervosi, insufficienza lattea.
Rosmarino: indicato per astenia (debolezza generale), superlavoro fisico ed intellettuale (perdita della memoria), asma, bronchiti croniche, pertosse, infezioni intestinali, coliti.
Geranio: l’influenza del suo aroma aiuta ad allontanare i cattivi pensieri. Stimola la corteccia surrenale. E’ efficace in casi di dermatosi, bruciature, stress, cellulite, edemi, ingorgo mammario, stanchezza. Oltre ad essere un buon repellente per gli insetti, combatte la depressione e le nevralgie.
Maggiorana: efficace per geloni, contusioni, acari, artrite, lombaggini, dolori muscolari, tosse, asma, bronchite, raffreddore, amenorrea. Cura l’insonnia, gli stati ansiosi, l’emicrania e la cefalea.
Mandarino: stimola la digestione. Ha azione antispastica, sedativa, combatte coliche, stitichezza e aerofagia. Ha un effetto equilibrante sui bambini irrequieti e angosciati. Usato con la vaniglia combatte il senso di solitudine e la nostalgia.
Menta: usato per dermatite, cefalea, prurito cutaneo. Lenisce i reumatismi, aiuta la digestione e calma le palpitazioni. La menta è anche indicata per far riprendere il fisico affaticato o indebolito.
Salvia: l’olio di salvia è antisettico, digestivo e antisudorifero. Ha funzione antinfiammatoria, stimola l’appetito. Favorisce la creatività e l’ispirazione. Efficace per la pelle grassa. Rilassante e distensivo per i muscoli. Le donne possono usare l’olio di salvia per massaggi durante i periodi premestruali.
Ortica: ha azione antinfiammatoria, astringente intestinale, antidiarroica, emostatica, cicatrizzante, depurativa e diuretica. Utile in casi di diabete, artrite, reumatismi, sciatica, bruciature, distorsioni, caduta dei capelli, pelle grassa.
Il Machu Picchu è uno dei luoghi più affascinanti ed enigmatici della terra.
Il suo nome deriva dai due termini di lingua quechua, “machu” che significa “vecchia” e “pikchu” ovvero “cima”.
Situato nella foresta amazzonica, ad oltre 2350 metri di altitudine, è chiamato anche “la città perduta degli Inca”. Rimasta celata agli occhi dell’umanità per centinaia di anni, fu scoperta il 24 luglio del 1911, da un professore di Yale, Hiram Bingham un esploratore appassionato di
archeologia.
La città fu progettata dagli architetti dell’imperatore Pachacuti. Gli inca consideravano l’imperatore un semidio, poichè credevano che fosse il figlio del dio sole.
La costruzione della città non è casuale ma si basa su alcuni assi spirituali che intersecano sia le montagne circostanti sia le costellazioni. È allineata con la costellazione della Croce del Sud,
che in un determinato periodo dell’anno, segna l’inizio del raccolto.
Questo luogo possiede una scalinata di granito di oltre 150 gradini che collegava la Piazza Sacra ad un posto in cui si trovava una pietra sacra dedicata ad Inti, dio del sole.
La rete viaria della città essendo eccessivamente ripida era composta prevalentemente da scalini, che facilitavano il percorso. In uno spazio angusto gli inca riuscirono ad eseguire un’ armoniosa architettura, costruirono templi, quartieri residenziali, piazze, campi coltivabili fatti su terrazzamenti dotati di sistema di irrigazione e canali di rifornimento di acqua proveniente dal sottostante fiume Urubamba.
La metropoli presenta centosettanta edifici, le pietre che li costituiscono non sono tenute insieme da malta o da cemento, ma incastrate l’ una con l’altra in modo molto preciso. Uno dei palazzi più
interessanti è il Tempio del Sole che ha forma di semicerchio. Gli inca orientarono il tempio in modo che ricevesse la luce del sole nel giorno del solstizio d’inverno, una data importante perchè segnava l’inizio del raccolto. Questo popolo nel periodo del suo massimo splendore aveva un impero che si estendeva dalla Colombia, al Cile, al nord dell’Argentina.
Agli inizi del 1500 gli spagnoli conquistarono la città e schiavizzarono i nativi. Nel luogo dove sorgeva il Tempio del Sole venne costruita la cattedrale di Santo Domingo per dare un segno tangibile che l’era dell’impero inca era definitivamente tramontata.