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Il brusio di Taos

“Il brusio di Taos” (Taos Hum) è un suono a bassa frequenza, compresa tra i 30 e gli 80 Hz, che prende il nome da un luogo del Nuovo Messico. A Taos (foto in alto) iniziò a farsi sentire nel 1991 ed è presente ancora oggi.
Questo tipo di suono fastidioso e continuo in realtà comparve già negli anni settanta a Bristol in Inghilterra e in seguito si sentì in altre zone del mondo.
Nel 1977 arrivarono circa 800 lettere ad un quotidiano inglese, in cui le persone lamentavano problemi di salute a causa del suono: insonnia, ansia, difficoltà motorie e respiratorie, emicranie, epistassi.
Nel 1993, vista l’insostenibile situazione, gli abitanti di Taos decisero di prendere provvedimenti così venne indetta una petizione al Congresso per indagare sullo strano fenomeno. Intervenne un team di esperti diretto da Joe Mullins della New Mexico University, fecero rilevamenti elettromagnetici, acustici, geodinamici.
In seguito ai risultati si escluse l’origine geofisica, e quella della rete elettrica locale, ma non fu comunque possibile scoprire l’origine del suono.
Secondo i risultati dell’inchiesta molti testimoni avvertirono il ronzio con “un inizio brusco, come se un qualche dispositivo fosse attivato”. Si fecero delle ipotesi secondo le quali il suono poteva essere stato originato da onde elettromagnetiche di apparecchi radio e radar che permettevano alla Marina degli Stati Uniti di comunicare con i sottomarini, oppure poteva provenire da installazioni militari in Nuovo Messico.
Fra le persone che udivano il suono alcuni lo descrivevano come un rumore di un motore diesel avviato ad una certa distanza, la cosa singolare era che tale rumore secondo i testimoni, si sentiva più accentuato all’interno degli edifici che non all’esterno.
Ci sono diverse fonti naturali e artificiali che possono generare i suoni a bassa frequenza come le valanghe, le attività vulcaniche o gli impianti industriali, ma tali fenomeni sono stati esclusi nel territorio di Taos.
Il dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica Renato Spagnolo spiegò che :”Gli infrasuoni a più alto contenuto energetico, quelli che si propagano per migliaia di chilometri, hanno tre origini: esplosioni chimiche o nucleari, lanci di missili, voli di jet supersonici”. Fenomeni, quindi, che non erano costantemente presenti. Le persone che percepivano il suono invece lo descrivevano come un ronzio che partiva bruscamente e continuava per lungo tempo.
Il Comune del villaggio gallese di Minffordd fece installare degli strumenti per riuscire ad individuare l’origine del suono, ma senza avere nessun risultato.
Nel 2006 il Dr. Tom Moir dell’Università di Massey, in Auckland, Nuova Zelanda si interessò di un fenomeno simile. Moir aiutato da una delle sue studentesse in grado di udire il suono riuscì a registrarlo grazie a sofisticate apparecchiature. Potè quindi analizzarlo riuscendo a capire che non era un fenomeno elettromagnetico ma acustico ed era più accentuato quando c’era bassa pressione atmosferica, ma le cause che lo provocavano rimasero ignote.
David Baguley, audiologo dell’Addenbrooke’s Hospital di Cambridge, lavora da diversi anni ad un progetto per alleviare i disturbi di coloro che percepiscono il suono, con un approccio psicologico.
Il suono non sembra cessare ne interessare solo determinate zone del mondo e dal passato ad oggi i casi sono diventati sempre più numerosi, il caso più grave accadde in Gran Bretagna dove ci fu un caso di suicidio a causa del rumore.
Nel tempo le persone che sentivano il costante suono costituirono associazioni e gruppi di sostegno.
Nel 1989 alla Royal Society of Medicine di Londra fu tenuta la prima conferenza sul singolare fenomeno.
Dopo anni di indagini e studi fatti per capire le cause che possono averlo scatenato non si è ancora giunti ad una conclusione.
E se le ragioni rimangono ignote le ipotesi invece non mancano, dai segnali radio a basse frequenze usati nelle basi militari, ai suoni di origine aliena percepiti solo da coloro che in passato erano stati rapiti dagli extraterrestri, fino a giungere ad un modo in cui la Terra cerca di comunicare con gli umani più ricettivi.