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La protesta di Salvatore Barbera

Greenpeace, l’associazione internazionale che si occupa di difesa dell’ambiente, ha visto il suo responsabile della campagna Energia e Clima,
Salvatore Barbera, costretto ad allontanarsi da Roma per l’azione di protesta portata avanti lo scorso 6 dicembre davanti a Palazzo Chigi.
Una protesta pacifica in cui si chiedeva al Governo di impegnarsi contro i cambiamenti climatici. Barbera è stato bandito da Roma con un foglio di via
obbligatorio con divieto di ritorno nella capitale per due anni.
Simili notizie evidenziano quanto sia facile per il Governo calpestare i diritti dei cittadini, trattare come criminali ambientalisti che difendono un bene a
cui dovrebbe tenere tutta l’umanità.

Per chi volesse sostenere Greenpeace per l’insensato provvedimento preso contro Barbera: http://www.banditidelclima.org/

La foresta fossile

La foresta fossile di Danurobba nel comune di Avigliano Umbro fu portata alla luce nel 1600 da Federico Cesi (fondatore dell’Accademia dei Lincei di Roma), che la studiò insieme al suo amico scienziato Francesco Stelluti.
I due rappresentarono la foresta con disegni ed acquerelli e lasciarono degli scritti che furono custoditi nella Royal Library del Castello di Windsor.
Dopodiché della foresta non si parlò più, venne dimenticata per quasi 400 anni.
Alla fine degli anni Settanta durante l’estrazione di argilla da una cava, fu riscoperta la foresta fossile che risaliva a circa 2-3 milioni di anni fa (durante il periodo geologico del Pliocene medio-superiore).
La zona in cui prosperò la foresta era stata antecedentemente occupata dal mare che nel tempo si ritirò e al suo posto si formò un lago (il lago Tiberino il più profondo e grande dell’Umbria).
Il clima era tropicale e il territorio era ricco di vegetazione e di animali. Nell’area paludosa accanto al lago crescevano i taxodi (Taxodioxylon gypsaceum), un tipo antico di conifera ormai estinta.
Questa importante testimonianza della storia arrivò fino ai giorni nostri attirando l’attenzione dei paleobotanici. La particolarità della foresta fossile consisteva nel fatto che i tronchi ritrovati non erano pietrificati ma avevano subito un processo di mummificazione ovvero una disidratazione del legno.  Altra cosa singolare era il fatto che gli alberi si erano fossilizzati in posizione verticale, non orizzontale come in altre rare foreste fossili, questo probabilmente perché quando gli alberi erano in vita subirono un continuo sprofondamento a causa dell’area paludosa in cui nel tempo sabbia e argilla ricoprirono i tronchi conservandoli fino ad oggi.
Nella foresta sono presenti cinquanta tronchi di conifere inglobati nell’argilla, molto simili all’odierna Sequoia sempervirens, che può raggiungere i 100 metri di altezza. Il diametro dei tronchi varia da 1 fino a 4 metri e la loro altezza è compresa fra i 5-10 metri.
Circa 4 anni fa Giuseppe Chianella, il sindaco di Avigliano Umbro, annunciò che i tronchi più pregiati sarebbero stati conservati in una cabina di vetro climatizzata, grazie a un impianto tecnologicamente molto avanzato.
Si spera che sia avvenuto, che almeno qualche albero sia stato protetto altrimenti tutta la foresta fossile sarà sempre continuamente soggetta alle intemperie e noi perderemo questo antico tesoro.

La foresta può essere visitata, per informazioni:  http://www.forestafossile.it/storia.html