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Atlantide, il continente sommerso

Atlantide fu un ipotetico continente molto grande sprofondato, migliaia di anni fa, nelle acque dell’attuale Oceano Atlantico che ne assunse il nome.

Platone (Atene, 427-347a.C. ) nelle sue due opere il “Crizia” e il “Timeo” parlò del continente sommerso. Nel Timeo, narra che il suo antenato Solone intorno al 590 A.C. si recò in visita a Sais, capitale amministrativa dell’Egitto, dove i sacerdoti gli raccontarono la storia di Atlantide.
Il loro dialogo costituisce una delle parti che hanno suscitato maggior interesse nel Timeo: “L’isola era più grande della Libia e dell’Asia riunite, e i navigatori allora potevano passare da quella alle altre isole, e dalle isole a tutto il continente opposto, che costeggiava quel vero mare. Perché tutto questo mare, che sta di qua dalla bocca che ho detto, sembra un porto d’angusto ingresso, ma l’altro potresti rettamente chiamarlo un vero mare, e la terra, che per intero l’abbraccia, un vero continente.
Ora in quest’isola Atlantide v’era una grande e mirabile potenza regale, che possedeva l’intera isola e molt’altre isole e parti del continente. Inoltre di qua dallo stretto dominavano le regioni della Libia fino all’Egitto e dell’Europa fino alla Tirrenia.”
Dopo una dettagliata descrizione dell’isola, Platone racconta che gli atlantidei avevano intenzione di espandersi cercando di conquistare la sua terra, ma gli atenesi furono abili combattenti,li contrastarono e li vinsero.
Dopo la guerra, eventi catastrofici si abbatterono sull’isola:
“Dopo che in seguito, però, avvennero terribili terremoti e diluvi, trascorsi un solo giorno e una sola notte tremendi, tutto il vostro esercito sprofondò insieme nella terra e allo stesso modo l’isola di Atlantide scomparve sprofondando nel mare: perciò anche adesso quella parte di mare è impraticabile e inesplorata, poiché lo impedisce l’enorme deposito di fango che vi è sul fondo formato dall’isola quando si adagiò sul fondale…”
Nel 1492 Cristoforo Colombo scoprì che oltre l’Atlantico esisteva realmente una terra. Il filosofo inglese Francis Bacon suggerì che avrebbe potuto trattarsi del continente descritto nel Crizia. Molti cominciarono a pensare ad Atlantide come qualcosa di reale, tanto che fra il XVI e XVII secolo molti cartografi chiamarono le Americhe con il nome di Atlantide.
Dopo la Conquista, si venne a conoscenza di un’antica leggenda degli indigeni del Messico, trascritta nel codice Aubin, riportava: “Gli Uexotzincas, i Xochimilacas, i Cuitlahuacas, i Matlatzincas, i Malincalas abbandonarono Aztlan e vagarono senza meta”. Antiche tribù abbandonarono Aztlan, un isola dell’Atlantico, perchè stava per essere sommersa dall’oceano.
Nel museo di antropologia di Città del Messico sono esposti antichi disegni dove è rappresentata la migrazione.
Un’altro famoso e più recente personaggio parlò di Atlantide.
Il 18 marzo del 1877 a Hopkinsville (Kentucky/USA) nacque Edgar Cayce, un singolare veggente. Durante le sue visioni Cayce parlò del continente sommerso, raccontando che i superstiti che riuscirono a salvarsi dalla catastrofe raggiunsero le coste dell’America Centrale e dell’Egitto. Spiegò che la distruzione era avvenuta a causa della poca coscenza che gli atlantidei. Macchine che avevano costruito dapprima con buone intenzioni, per curare malattie, furono in seguito usate per uccidere, e questo perchè tennero conto dei propri interessi egoistici, senza preoccuparsi dell’effetto sull’interezza della vita.
Quando l’uomo perse la via, Atlantide fu distrutta, inabissandosi nel mare.
Cayce spiegò che alcune terre come le Bahamas avevano fatto parte di Atlantide.  Asseriva che se fosse stato fatto un rilevamento geologico, specialmente a Bimini e nella corrente del Golfo, si sarebbe potuta provare la loro stretta relazione con il continente perduto.
Predisse che, prima della fine del XX secolo: “una sala antica contenente documenti storici sarebbe stata scoperta là dove la linea dell’ombra e della luce cade tra le zampe della Sfinge”. In questa sala si sarebbe trovata una biblioteca contenente testi su Atlantide.
Cayce disse che le prove della cultura del continente sommerso erano presenti nei Pirenei, in Marocco, nell’Honduras Britannico, nello Yucatan e in America, dove i superstiti di Atlantide erano riusciti a mettersi in salvo.