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L’impronta fossile

Nell’estate del 1968 nei pressi di Antelope Springs (Utah) William J. Meister, un geologo collezionista di fossili e Mr. Francis Shape, durante una campagna di scavo trovarono diversi fossili di trilobiti (piccoli animali invertebrati marini originatisi nel periodo cambriano che iniziò circa 590 milioni di anni fa e durò 80 milioni di anni).
Durante gli scavi Meister aprì una lastra di roccia trovando un’impronta umana fossilizzata.
La roccia si aprì come un libro, su una parte appariva l’impronta di un piede umano, l’altra metà della lastra oltre l’impronta del piede  mostrava anche quella di una calzatura simile ad un sandalo che aveva schiacciato un trilobite vivente. La calzatura, la cui suola mostrava chiaramente la sporgenza del tacco, era lunga  26,03 cm e larga 8,9 cm.
Il 4 luglio 1968 Meister si recò sul luogo della scoperta con il dottor Clarence Coombs, del Columbia Union College e con il geologo Maurice Carlisle, dell’Università del Colorado.
Carlisle dopo aver scavato per due ore trovò uno strato di fango che un tempo si trovava in superficie. Il geologo capì che era il tipo di formazione che permetteva la conservazione di tracce fossili. Lo strato di roccia con l’impronta umana appareteneva al periodo del Cambriano.
Quando Meister diede la notizia della scoperta la scienza ufficiale si dimostrò scettica ferma sostenitrice che le origini dell’uomo moderno, ovvero dell’Homo sapiens, risalissero a circa 200.000 anni fa in Africa.
Due ricercatori americani, Richard Leslie Thompson e Michael Cremo, secondo i quali le origini dell’uomo sarebbero collegate a civiltà extraterrestri, studiarono l’impronta concludendo che si trattava di un reperto veritiero.
Il fossile dunque potrebbe essere la testimonianza della presenza di un’antica civiltà umana o extraterrestre.

Nella Bibbia ebraica si parla di Elohim una parola che solitamente indica “Dio”, ma se usata con verbi e aggettivi al plurale il suo significato cambia in “dei”.
Secondo alcuni studiosi gli ebrei non furono sempre monoteisti, il monoteismo iniziò tra il 1300 e il 1200 a.C., precedentemente il popolo ebraico era politeista.
La parola “dei” potrebbe indicare la presenza di creature di altri mondi che contribuirono a creare la razza umana, come raccontano alcuni contattati fra i quali Eugenio Siragusa e Maurizio Cavallo.
Quest’ultimo sostiene che circa 180 milioni di anni fa, l’uomo fu creato a immagine e somiglianza degli dei, alieni che eseguirono manipolazioni genetiche su un essere acquatico.

Il 20 luglio del 1968 ad Antelope Springs ci fu un’altra scoperta da parte di Clifford Burdick, un geologo di Tucson. Trovò una roccia che mostrava l’impronta di un piede di un bambino.
Burdick disse:”Il segno era di circa 6 pollici in lunghezza, con le dita estese, come se il ragazzo non avesse mai calzato scarpe, le quali, al contrario, comprimono generalmente le dita. Queste invece non appaiono essere molto inarcate, e il dito grande non è prominente”.
Circa un mese dopo, sempre ad Antelope Springs, un insegnante di Salt Lake City, Mr. Dean Bitter, scoprì altre due impronte di calzature.
Furono esaminate da un professore di metallurgia dell’Università dello Utah, Melvin Cook, che notando la presenza di un trilobite accanto alla roccia che aveva conservato le impronte, capì che si trattava di reperti dell’epoca del Cambriano.

Nel libro “Archeologia Proibita: la storia segreta della razza umana” gli scrittori Richard Leslie Thompson e Michael Cremo affermano che l’essere umano non ha origine dagli ominidi poiché sono due razze ben diverse. Reperti paleontologici e manufatti ritrovati in alcuni siti archeologici sarebbero la prova evidente che le origini dell’uomo risalirebbero a circa tre milioni di anni fa.