Tiahuanaco

Tempio di Kalasasaya

Tiahuanaco è un’antica quanto affascinante città che si trova sull’altopiano andino nei pressi della sponda sud-orientale del lago Titicaca, a circa 72 km a ovest di La Paz in Bolivia.
Della città, che sorge su un esteso sito archeologico di circa 450.000 mq, rimangono le ciclopiche rovine, costruzioni monolitiche di cento tonnellate e più che da migliaia di anni resistono ai cambiamenti climatici.
Tutt’oggi rimane un mistero il modo in cui la popolazione dell’epoca sia riuscita a tagliare perfettamente enormi pietre, a trasportarle e a collocarle a circa 60 chilometri dalle cave.
Il primo occidentale a visitare Tiahuanaco fu lo scrittore spagnolo Pedro Cieza de Leon nel 1549. Il suo libro “La cronica del Perú” scritto nel 1553 riporta: “Tiahuanaco non è una città molto grande, però è formata da edifici in pietra memorabili, circondati da mura ciclopiche. Nella città vi sono varie statue di idoli alte più della figura umana, tanto che sembra siano state scolpite da grandi maestri. La mia conclusione è che questa città sia la più antica di tutto il Perú.  Qui si dice che prima che il popolo Incas regnasse, questi edifici fossero già costruiti. Ho sentito dire che le mura e gli edifici del Cusco sono stati fatti a somiglianza di questi, ma nessuno è stato in grado di dirmi chi in realtà costruì Tiahuanaco.”
Dinnanzi alle rovine di Tiahuanaco si stupirono anche i conquistadores spagnoli che nel XVI secolo ne descrissero le bellezze nei loro resoconti.
“In un titanico palazzo vi è una sala lunga 14 metri, larga sette, con grandi portali e molte finestre. Gli indigeni dicono che è il tempio di Viracocha, il creatore del mondo” (Cieza de Leon).
“C’è un palazzo che è l’ottava meraviglia del mondo, con pietre lunghe 11 metri e larghe cinque, lavorate in modo da incastrarsi l’una nell’altra, senza vederne la connessione” (Jimenes de la Espada).
Nel XX secolo Arthur Posnansky (archeologo e ingegnere austriaco del 1873) fu il primo scienziato a interessarsi per lunghi anni alle rovine di Tiahuanaco.
Concluse dai suoi studi che la civiltà che fondò la città risaliva a circa 15000 anni prima di Cristo.
Nel 1945 scrisse un libro “Tiahuanaco, la culla dell’uomo americano”, un testo molto dettagliato e complesso che fu il frutto di circa 50 anni di ricerche, molto utile per chiunque avesse voluto conoscere in maniera approfondita il grande sito archeologico andino.
Nella prima parte Posnansky riportò la sua teoria sulla fondazione di Tiahuanaco.
Secondo l’archeologo la storia della sua fondazione interessò tre periodi di cui almeno i primi due furono antidiluviani.
Nel libro Posnansky riportò un’attenta descrizione dell’iconografia dei simboli della città prestando particolare attenzione a quelli scolpiti sulla Porta del Sole, uno dei più importanti monumenti di Tiahuanaco, il monolite più imponente fra quelli conosciuti al mondo presentava l’immagine del dio della creazione del mondo Viracocha che impugnava due scettri. Sulla Porta erano presenti anche altre raffigurazioni, immagini di animali estinti da 12000 anni e simboli che secondo l’archeologo rappresentavano un calendario di 12 mesi.
Per determinare la data del secondo periodo in cui fu fondata Tiahuanaco Posnansky portò avanti uno studio archeoastronomico sul tempio di Kalasasaya, una costruzione rettangolare lunga 128,74 metri e larga 118,26 metri.
Il tempio elevato su una piattaforma fu costruito seguendo linee astronomiche per poter essere probabilmente utilizzato come un osservatorio.
Nel tempio era presente una grande statua di arenaria rossa che rappresentava un idolo alto circa otto metri, era coperto di simboli come lo erano altre statue del luogo.
I simboli furono studiati accuratamente da Posnansky che giunse alla conclusione che gli abitanti di Tiahuanaco possedevano una buona conoscenza astronomica della sfericità della Terra.
Secondo l’archeologo le più antiche strutture che risalivano all’epoca antidiluviana del primo periodo erano la piramide di Akapana, il templete subterraneo e la Porta del Puma (Puma Punku).
Posnansky pensava che Tiahuanaco nel primo e secondo periodo si trovasse a circa 300 metri più in basso rispetto ai suoi odierni 3843 metri sul livello del mare. Gli studi portati avanti dall’archeologo confermavano che Tiahuanaco era stata una città portuale che si affacciava sul lago Titicaca come riportavano antiche storie del luogo.
Non si hanno prove certe di ciò che accadde in seguito. Probabilmente verso il 10000 avanti Cristo ci fu un cataclisma e la città fu quasi del tutto distrutta, seppellita dal fango sotto una coltre di 21 metri. A causa del disastro il lago Titicaca si ritrasse di circa 30 chilometri.
Col passare del tempo tornò alla luce ciò che era rimasto dell’antica imponente città ma verso il XII secolo dopo Cristo crollò per ragioni tuttora ignote.
I calcoli sulla datazione di Tiahuanaco fatti da Posnansky non convinsero i moderni archeologi certi che presentassero degli errori. Ciò indusse il famoso archeologo americano Neil Steede a ricontrollare gli scritti di Posnansky e dopo un’attenta analisi affermò:“Grazie agli strumenti astronomici più precisi che oggi abbiamo a nostra disposizione, possiamo dire che la datazione reale di Tiahuanaco risalga a dodicimila anni fa e questo dovrebbe far riflettere tutti noi sulla vera origine della civiltà”.
Secondo gli scritti di Manuel Gonzalez De La Rosa, sacerdote e storico peruviano del 1841, il nome originario di Tiahuanaco era Chucara e in tempi assai remoti era una città sotterranea, in superficie c’erano solo il villaggio degli operai e il cantiere per tagliare le pietre.
Leggende e storie sulla città di Tiahuanaco sono sopravvisute nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri.
I pescatori che erano soliti recarsi verso il lago Titicaca raccontavano che durante i periodi di siccità era possibile “toccare i tetti dei palazzi sommersi”.
Nel 1967 furono organizzate spedizioni subacque nel lago per cercare delle prove concrete. Sul fondo i sub trovarono immense muraglie e sotto costa c’erano antiche strade e dighe. Tantissimi furono gli oggetti ritrovati fra cui ceramiche, urne, figure di animali come il puma, tutti appartenenti al periodo Inca e pre-Inca.
Tiahuanaco nasconde ancora molti tesori sotto la sua superficie. Recentemente sono state fatte scansioni con il georadar che hanno segnalato la presenza di una piramide e di “anomalie” nel sottosuolo che potrebbero essere altre strutture.
Secondo Ludwig Cayo direttore del Centro di Ricerca Archeologica di Tiahuanaco gli scavi per portare alla luce la piramide dovrebbero cominciare quest’anno appena si raggiungeranno gli accordi fra le varie università e istituti stranieri che collaboreranno con esperti di archeologia.
Cayo ha affermato :«Esploreremo la zona di Kantatallita (71 km ad ovest di La Paz), ad ovest della piramide Akapana. È lì che abbiamo individuato una piramide sepolta di tre livelli».

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