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Feste Celtiche

I Celti erano un’antico popolo di guerrieri di origine indoeuropea che vivevano nell’Europa centrale durante l’ Età del Ferro.
Fra i Celti era molto importante la casta sacerdotale dei druidi che erano considerati sapienti, maestri, medici, maghi, indovini.
Grazie ai precisi calcoli astronomici dei druidi nacque un calendario, che fu poi ritrovato nel 1897 a Coligny (Francia).
Nel calendario celtico l’anno era diviso in quattro parti: Samhain, Imbolc , Beltane e Lughnasadh (o Lammas). Questi giorni, considerati i quattro sabba maggiori, erano denominati anche “feste del fuoco” per via delle tradizioni dell’antica Europa di accendere falò in corrispondenza delle celebrazioni.I sabba minori indicavano i solstizi e gli equinozi, venivano chiamati con il termine Albans (feste di luce) e scandivano il tempo intermedio fra le grandi festività.

31 Ottobre – Samhain è un termine gaelico che indica la stagione invernale. Conosciuto anche come il giorno di Ognissanti o Halloween.
Samhain indicava il periodo della raccolta, il momento in cui si facevano provviste di cibo per la fredda stagione invernale. Materialmente era anche il periodo in cui i debiti venivano saldati, spiritualmente era un momento dedicato al riposo, alla contemplazione e alla meditazione. Durante questa festa si credeva che le porte dell’ Annwn (regno degli spiriti) e del Sidhe (regno delle fate) fossero aperte, quindi si riteneva il momento più propizio per parlare con i defunti.
Era usanza raccogliere tutti i prodotti che la terra aveva offerto entro il 31 Ottobre, ciò che rimaneva era abbandonato ai Puka (folletti malvagi).
Alla vigilia  della festa, tutti i fuochi delle case venivano spenti e la gente si radunava sulle cime delle colline. Qui un grande falò era acceso dai druidi, da questo sacro fuoco, all’alba, ciascuno avrebbe preso una torcia per riaccendere il proprio focolare domestico.In America si usa travestirsi nel giorno di Halloween perchè gli antichi Celti sulle colline si mascheravano con le pelli degli animali uccisi in occasione della ricorrenza, per spaventare gli spiriti.
Sempre mascherati poi tornavano al villaggio illuminando il loro cammino con cipolle che usavano come lanterne al cui interno bruciavano le braci del sacro fuoco.

21 Dicembre – Yule (Alban Arthuan) era la festa del Solstizio d’Inverno, la notte più lunga dell’anno.
Questa festa era associata  alla nascita del dio Sole, che in seguito il cristianesimo trasformò in Gesù.
L’albero di Natale ha radici pagane. Presso le famiglie pagane infatti c’era l’usanza di porre un albero in casa per far si che durante i mesi invernali gli spiriti dei boschi avessero un posto accogliente e caldo. Sui rami veniva appeso del cibo in modo che potessero mangiare. Anche delle campanelle venivano appese ai rami, il suono avrebbe fatto capire se uno spirito era presente. In cima all’albero era posta una stella a cinque punte, chiara rappresentazione del pentagramma simbolo dei cinque elementi.
Nelle case si usava tenere un ramo di agrifoglio perchè attraeva la buona sorte.
In occasione di questa festa venivano fatte ghirlande come simbolo di ruote in eterno movimento, un ciclico rinnovamento che garantiva la perpetua rinascita.
Il ceppo si accendeva alla vigilia del solstizio, in onore della grande Dea Madre, e veniva lasciato acceso per dodici ore come buon auspicio.

2 Febbraio – Imbolc, questa festa è conosciuta anche come la Candelora cristiana. Le giornate cominciano ad allungarsi e si acquistano più ore di sole. Anche se inverno, la natura manda segni che annunciano il ritorno della primavera.
Imbolc era anche chiamata “festa del latte” poiché corrispondeva al periodo in cui le pecore iniziavano a produrre latte, circa un mese prima della stagione della nascita degli agnelli.
Questa era una delle quattro feste del fuoco dove il fuoco assumeva un ruolo principale quello di Luce che tornava a primeggiare dopo un lungo buio invernale. In occasione di questa festa il popolo celtico onorava Brigit, dea della sapienza, del fuoco, della guarigione.
In Irlanda è usanza preparare le croci di Brigit con giunchi e rametti, tali croci hanno braccia uguali e sono racchiuse in un cerchio, simbolo del sole. L’anno che segue sempre a Imbolc, gli irlandesi bruciano le croci fatte nel precedente anno.

21 Marzo – Ostara (Alban Eiler) era il giorno dell’Equinozio di Primavera. Questa festività era dedicata all’inizio della parte luminosa dell’anno, contrapposta a Mabon che segnava l’inizio sua parte scura.
Era il primo giorno della primavera, la natura si risvegliava e per questa occasione i Celti celebravano la vita.
In passato le prime uova di primavera venivano dipinte e donate come buon auspicio e simbolo di fertilità. Si accendevano falò in cui veniva bruciata la bambola di frumento fatta con il raccolto dell’anno precedente e se ne utilizzavano le ceneri per fertilizzare i campi.
I popoli nordici festeggiavano la dea della fertilità Eastre. In inglese il termine “Pasqua” viene tradotto in “Easter”, parola che ha origine dal nome di questa dea. L’uovo simbolo pasquale, è sempre stato fin dall’antichità, un simbolo del principio da cui tutto ha vita.

30 aprile, 1 maggio – Beltane era la più importante ricorrenza del calendario celtico insieme a Samhain. Era La festa del fuoco in cui si accendevano i falò in onore del dio del fuoco Bel (o Belenus) che, si accoppiava con la dea Madre Terra e dopo averla fecondata, moriva e rinasceva come suo figlio. La festa veniva celebrata nella selva, fra le querce.
Durante i festeggiamenti veniva scelta una quercia, si tagliava, si portava al villaggio e si ornava di frutta e nastri. In occasione di Beltane si faceva passare il bestiame fra i falò per purificarlo dalle malattie che potevano insorgere a causa del lungo inverno trascorso al chiuso.
Questa è una ricorrenza connessa al fuoco e alla fertilità, la natura dopo il suo risveglio primaverile è nella sua piena potenza generatrice.

21 Giugno – Litha (Alban Heruin) era il giorno del Solstizio d’Estate. Questa era una festa (chiamata anche Mezza Estate) in cui veniva celebrato il dio Sole che si manifestava in tutto il suo splendore, scaldava e rendeva fertile la terra che donava i primi raccolti dell’anno.
Durante il Solstizio sembra che il sole si fermi prima di riprendere il suo regolare cammino, tanto che gli antichi svolgevano dei rituali perchè il sole ricominciasse il suo ciclo.
Secondo la tradizione durante Litha il piccolo popolo usciva dal suo nascondiglio.
Durante Litha veniva onorata la dea, che dopo l’unione con il dio avvenuta a Beltane, era incinta e avrebbe presto dato alla luce i frutti della terra.
Durante questa festa è tradizione raccogliere le erbe che assumono dalla terra la massima forza, e di conseguenza un grande potere magico.

1 agosto – Lughnasadh, chiamata anche Lammas era una festa che il popolo celtico dedicava al dio Lugh, dio del fuoco e della luce.
In questo giorno si celebravano i “matrimoni di Taillte”, cerimonie informali celebrati da sacerdoti e sacerdotesse, che duravano un anno e un giorno. Il successivo anno durante Lughnasadh le coppie decidevano se rimanere unite o se sciogliere la loro unione.
Questa è la prima delle tre feste del Raccolto (le altre due sono Mabon e Samhain) in cui si celebra la maturazione del grano che per i popoli antichi era una grande ricchezza in quanto permetteva il loro sostentamento, per questo tale festività era anche conosciuta come “Festa del Pane”.
Per propiziare il raccolto, con le spighe di grano venivano create bambole che venivano poi bruciate l’anno successivo, un’usanza riuscita a sopravvivere fino ai giorni nostri.

21 settembre – Mabon (Alban Elved) era per i Celti il dio della vegetazione e del raccolto. Segnava il giorno dell’Equinozio d’Autunno.
Nella notte di Mabon, le ore di luce e le ore di oscurità sono equivalenti (come accade anche a Ostara).
Questa era la seconda festa del raccolto, in cui Madre Terra veniva ringraziata per la sua generosità, mentre il dio Sole veniva salutato.
Il popolo celtico si preparava a fronteggiare le difficoltà legate alla stagione invernale, raccogliendo ciò che ancora offriva la terra. Mabon era considerato un momento particolare in cui il velo fra il il visibile e l’invisibile si assottigliava, per i Celti era un periodo adatto ai riti misterici, era un tempo dedicato allo spirito, all’introspezione, alla meditazione.
Era un periodo in cui la Dea Madre e la Natura si sarebbero presto addormentate, una sorta di morte che avrebbe portato a una futura rinascita per l’anno a venire.